Caro
Ulisse,
in questo momento di vigilia, pur relativamente lontana, delle elezioni amministrative nella mia
Cuneo, sento – pur sottotraccia - pullulare pensieri, progetti (si fa per dire)
e pettegolezzi, che , per varie ragioni, non mi piacciono. Lo sapevo che anche all’età di 87 anni
non avrei resistito a stare zitto . Cosi per vivere e capire parlo con te,
ULISSE, mio silenzioso interlocutore.
“Chi” è Cuneo ? perchè domandarsi “cosa” è
Cuneo, vuol dire chiedersi chi sono i cuneesi. Fin dalle origini i cuneesi sono
stati figli della loro terra : prudenti, lavoratori, attaccati alla roba,
individualisti nel bene ma solidali nel male. La terra cuneese è montagna bella ma avara, ma è anche
pianura riflessiva e generosa, però gli uomini di questa terra sono tutti
uguali : diffidenti e testoni.
Fare i capi di questa gente non è mai stato
facile perchè essere capo vuol dire condurre la gente e non intrupparsi in essa
per andare dove porta il caso.
Di questo si dovrebbe dibattere in modo serio nei “comizi” elettorali
(non ci sono più neanche loro)
ma nelle strade di Cuneo di
questo dibattito non è mai arrivato nemmeno l’eco. Faccio mie alcune
considerazioni che la stampa sta facendo su Aosta (vedi il caso anche lei, isolata città di montagna). E’ stato scritto che Aosta oggi
sofferente per la crisi della
miniera d’oro del Casinò di Saint Vincent, vede “il silenzioso turismo della
montagna che passeggia al sole ignaro del
malessere che da tempo c’era nei palazzi del potere mentre nei bar c’era
chi, con ironia, nota che il sole
sorge ugualmente ogni giorno”
A Cuneo c’è un bel clima, si passeggia nel
verde e nel sole del Viale Angeli o del parco fluviale, e sotto gli storici portici quando
piove o fa neve, ma la città invecchia e il suo benessere è senza sviluppo
. Vivendo indisturbati in questo benessere i politici non si
sono preoccupati dell’avvenire.
Io, vecchio democristiano (peraltro anomalo) mi ricordo la teoria di
“Cuneo isola felice” dei sindaci Dotta Rosso e Viano. Degno loro successore è stato il sindaco Valmaggia. Cuneo
quindi è stata felice ma incosciente
di essere tagliata fuori dai fermenti di maggior giustizia sociale e
quindi di cambiamento di sistema
politico.
Che mi ricordi, contro
questa teoria della protezione anzichè dell’innovazione si sono infrante le
visioni avveniristiche del sindaco
Ing. Menardi. Ed oggi ?
Con una metafora si può dire che ai cuneesi invece di insegnare a pescare, gli è stato
servito il pescato, buono,
digeribile per il loro portafoglio gonfio e ben nascosto , ma destinato a
esaurire o peggio a puzzare di stantio, specie per i giovani. Dal fatto che appaia probabile la conferma
dell’attuale sindaco Borgna e della sua giunta penso che si continuerà a fare
così.
A questo punto, caro Ulisse , salvo cambiare
idea in caso di credibili novità, poichè
non voglio più mangiare questo “pescato” non mi rimane che non sedermi a questo
tavolo : non andrò a votare . Allo stato della politica locale non è un atteggiamento
distratto o peggio menefreghista.
ma un altro modo di fare politica e , se diventa di massa, voglio vedere
se passerà inutile, almeno come minaccia.
Astenersi e quindi non approvare vorrà dire ai
nostri attuali e probabilmente
futuri amministratori :
continuate così, andrete a sbattere, ed io non voglio farmi male ! ANTONIO
SARTORIS